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Il Padellatore

PREFAZIONE

Al mitico Perotta mio insegnante e maestro di scuola taxi, che prima della toponomastica, mi ha insegnato a vivere da “conducente di autopubblica da piazza” nella giungla di tutti i giorni.

 Dopo 20 anni di onorato servizio, ho sentito la necessità di scrivere…

Ci pensavo da tempo ed oggi ho sentito la necessità di provarci senza sapere da dove cominciare.

Tanti me lo dicono sempre, “ Simo, chissà quante ne hai viste..perché non scrivi un libro ? “

Scrive è un’Arte

Cavolo scrivere un libro non è una cosa da tutti.

Primo non ne ho la capacità secondo non so neanche da dove cominciare.

Quindi prendetela come viene, sarà più che altro la voglia di mettere nero su bianco quello che vedo dal mio parabrezza tutti i giorni per le strade della mia amata Milano, uno sbirciare dallo specchietto retrovisore quello che accade “dietro”, ma soprattutto sarà una miscela tra il mio lavoro e la mia grande passione che è la Pesca da oltre 40 anni.

Saranno piccoli racconti di vita vera, un po’ romanzati un po’ colorati, con quel sano enfatizzare che abbiamo noi taxisti nel raccontare le avventure ai nostri interlocutori.

Ogni riferimento a cose e persone NON è casuale ma realmente accaduto.

IL PADELLATORE

 Faceva caldo, troppo caldo.

Erano le 10,32 ed il mio cruscotto segnava 30 gradi. Avevo l’aria condizionata già accesa da 2 ore e lo sarebbe stata fino a fine turno. Primo sul posteggio in Piazza della Scala aspettavo la corsa per radio oppure qualcuno a piedi che mi portasse via da quella calura infame.

Guardando lo specchietto retrovisore lo vidi arrivare. Ormai avevo sviluppato un sesto senso, le rogne le sentivo a distanza ma lui nel suo bel completo fresco di tintoria , faccia abbronzata sulla sessantina, mi trasmetteva vibrazioni contrastanti.

Se a prima vista sapevo che non avrei avuto problemi, c’era allo stesso tempo qualcosa che stonava.. e lo avrei scoperto da lì a poco.

“Buongiorno, mi può portare all’Hotel Barcelò? “

“Buongiorno a lei, certamente “

Lentamente, con la mia maglietta già bagnata sulla schiena misi la prima e mi avviai per svoltare in via Manzoni in una Milano già frenetica di primo mattino.

Semaforo rosso, sul mio cell appoggiato di fronte al mio naso mi arrivò un’anteprima di wup ed i miei occhi fecero in tempo a vedere “Mauro Varese: questo è grosso! “

Mauro lo conoscevo già da qualche tempo e un paio di volte l’anno mi invitava sul Lago di Varese a trainare per dei lucci italici meravigliosi. Se diceva che era grosso doveva essere grosso davvero!

Ripartii con la con la voglia di aprire quel messaggio come se fosse una birra fresca da scolare in quella calura africana.

Rallentai apposta per prendere il successivo semaforo di colore rosso e, finalmente, poter ammirare quel pesce meraviglioso.

Era davvero un over metro, dalla livrea spettacolare che solo i lucci italici sanno avere e all’improvviso sentii esclamare

“Cavolo che pesce! quel luccio è bellissimo “

Alzai gli occhi allo specchietto ed il mio passeggero tutto vestito bene sembrava un ragazzino eccitato al primo appuntamento.

Quasi sporto di fianco a me chiese di vedere la foto per bene e tutto tronfio esclamò

“Bello ma la settimana scorsa ne ho preso uno ben più grosso! Quasi 12 kg!

Non credendo alle mie orecchie e stupefatto di aver trovato un pescatore di lucci sul mio taxi gli chiesi

“ ma non mi dica.. anche lei “

Ma tutto il mio entusiasmo sarebbe sceso nel giro di pochi secondi, perché senza che potessi incalzarlo con le mie domande fu lui a proseguire

“ Si sì, settimana scorsa ne ho preso uno sul Lago di Garda e poi lo abbiamo mangiato tutti insieme alla cena del Club “

La mia sensazione che c’era qualcosa di strano in lui si era rivelata giusta anche stavolta ed un misto di delusione e incazzatura mi accompagnò sino alla destinazione finale.

Il mio passeggero ci provò a compiacersi ancora ma ormai mi aveva tolto l’entusiasmo iniziale e la voglia di proseguire il discorso che tanto mi aveva esaltato in pochi secondi.

“Lei pesca? “provò a rilanciare

“Una volta si, da ragazzo…ma i lucci non esistono più “

 

Mi guardò strano restando in silenzio fino a destinazione ..e ne fui grato

 

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