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  • Il Blog di un TAXIsta Pescatore racconto n.3 Il Galleggiante

IL Galleggiante

In quel periodo alcuni colleghi incominciavano a montare le prime telecamere interne all’abitacolo, sia per una questione di sicurezza più che altro per i turni di notte, sia nel caso si verificasse un incidente le immagini registrate potevano essere portate come prova alle proprie assicurazioni.

Io che facevo il turno di giorno ed ero sempre squattrinato avevo optato per una soluzione da pochi euro.

Mi ero procurato 2 adesivi con la scritta “area videosorvegliata” appiccicandoli sui finestrini posteriori ed era buffo come i clienti cercandole chiedevano dove le avessi piazzate.

Era mancato mio padre da pochi mesi e per sentirlo ancora vicino a me avevo messo in bella vista infilato nel bocchettone dell’aria sopra il cruscotto un bellissimo galleggiante da passata.

Lui pescava principalmente a bolognese ma non disdegnava le altre tecniche. Ma Barbi e Savette col pane francese erano il suo regno che mi aveva fatto innamorare della pesca sin da bambino.

 

Fermo sul posteggio di ple Corvetto senti aprire la portiera posteriore e si infilò un giovane sui 30 anni, moro con la faccia da zanza e l’accento del Sud. “in fondo a viale Padova, veloce Capo”

Non c’erano dubbi fosse un malandrino, ma a me interessava solo avesse i soldi della corsa e gli risposi deciso “io vado veloce ma non voglio problemi “Partii ed il poco traffico mi aiutò a districarmi nella mattinata Milanese. Presi qualche semaforo troppo arancione ma avevo voglia di finirla presto quella corsa, e più guidavo più guardavo il galleggiante come per farmi coraggio.

Dopo pochi istanti mi chiese “dove le hai messe le camere? “ era evidente che non voleva essere ripreso ed io per rassicurarlo gli dissi la verità con un mezzo sorriso per rassicurarlo “ sono solo adesivi, non ho i soldi per l’impianto” Sembrò rassicurarlo e si zittii.

Ero a metà percorso che suonò il cellulare, sconosciuto diceva il display e di solito non rispondevo ma il mio istinto mi fece mettere l’auricolare e avviare la conversazione.

“Zenit è la sala radio tutto bene? “

“Si ciao certo” risposi meravigliato, stavo per chiedere il perché di quella telefonata che la signorina dall’altra parte proseguì spedita “fai finta di niente e dicci dove stai andando che siamo in linea col Polizia di Stato e vuole sapere la tua destinazione”

Mi si gelò il sangue in 2 secondi, immaginavo di avere a bordo un poco di buono ma così mi sembrava di essere in un film. Cercai di mantenere la calma e guardando il galleggiante risposi più tranquillo che potei “Ciao Claudio vado in fondo a vle Padova poi vengo a bere il caffè a Linate, ciao a dopo “

Lui non sembrò insospettito e arrivai a destinazione il più veloce possibile, mi diede 25€ dicendomi…

“ tieni il resto sei stato un fulmine”

non risposi neanche grazie, ero nervosissimo e mi guardavo intorno convinto di veder spuntare divise blu ed invece nulla.

Mi girai e lo vidi sparire in un portone di una casa popolare e tirai un sospiro di sollievo. Rimisi la prima e partii deciso verso la Tangenziale, alche il mio sguardo si puntò sul galleggiante.

Era leggermente storto, lo raddrizzai ringraziando papà che era andato tutto bene.

Adesso avevo bisogno di riprendermi e bere un bel caffè per davvero !

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